Cosa accade quando si deve
dare una notizia spiacevole o dolorosa a un bambino che riguarda la famiglia, legata per esempio a lutti o separazioni?
Perché è cosi complesso
parlare con un bambino?
Perché ci si affatica per
trovare la “scusa” adatta, si inventano le storie più improponibili pur di non
dire la verità?
Cosa succede dentro di noi
quando dobbiamo comunicare con un bambino?
Anche qui è imbarazzante,
o forse scomodo, perché per comunicare con un bambino dobbiamo contattare
quella parte di noi bambina, con i nostri desideri bambini, che chissà magari a
suo tempo non sono stati accolti e a modo nostro ci siamo difesi, convinti
fosse la soluzione migliore.
Ritorno ai famosi
sentimenti che il più delle volte vogliamo allontanare a tutti i costi, ma che
in realtà fanno parte del nostro mondo e se non sono ben gestiti possono
essere generatori di "gravi danni" in particolare con un bambino.
Spesso, si pensa che è più
facile dire una bugia a fin di bene, che una scomoda verità.
Ma con i bambini, ahimè vi
devo confessare non è così!!!
Normalmente, due sono le
motivazioni principali che spingono gli adulti a non dire la verità:
una è quella di pensare
che il bambino sia ancora troppo piccolo per comprendere ciò che sta accadendo;
l’altra appartiene alla
convinzione che la verità possa creare una sofferenza maggiore e che il bambino
nel peggiore dei casi ne possa rimare traumatizzato.
Perché dargli questo
dolore? C’è tempo!
Ma se ci pensiamo bene, il
tempo lo stiamo dando al bambino, o lo stiamo prendendo noi con la speranza che
il bambino si dimentichi e il problema passi inosservato?
Queste le chiamo
“soluzioni tampone” in quanto servono a tamponare una difficoltà che hanno i grandi di dover
mettere mano a ciò che sta accadendo e di essere in primo luogo sinceri con loro
stessi!
I bambini capiscono molto
di più di quello che si possa immaginare, sono attenti
osservatori, immagazzinano tutto ciò che vedono, sentono e fanno e sono
capaci di riutilizzarlo dopo diverso tempo.
Nello stesso modo con cui
osservano, pensano! sono curiosi sostenitori della verità.
Se avete la fortuna di
parlare con un bambino vi chiederà infinite volte "perché?", non si
stancherà mai, o forse si stancherà quando capirà che non potete dargli le
risposte che cerca e allora si sposterà e andrà a cercare da un’altra parte, ma
non si dimenticherà!
Avete mai provato ad
osservare un bambino mentre gioca? Ripropone lo stesso gioco più e più
volte perché deve capire, perché per il bambino il gioco è vita, il
gioco è una cosa seria! Tutto ciò che accade attorno a lui è molto serio!
Avete mai visto gli occhi
di un bambino mentre guarda il proprio papà o la propria mamma?
Avete mai guardato un
bambino mentre li ascolta?
Fatelo!!! Rimarrete
incantati dall’attenzione con la quale li osserva ed elabora tutto ciò che
accade, anche ciò che non viene detto… ma lo elabora a modo suo se non gli
vengono date le giuste spiegazioni, se non gli viene detta la verità, perché
capisce che c’è un’incongruenza tra ciò che gli è stato comunicato e ciò che
realmente accade attorno a lui, anche a livello non verbale.
Così
l’intento di proteggere si trasforma in qualcosa di negativo che avrà
un’intensità più o meno grave a seconda della situazione vissuta.
Perché è importante dire la verità? Le prime persone con le quali i bambini
instaurano una relazione sono i genitori, con i genitori dunque fanno la prima
esperienza di contatto, calore, accudimento, fiducia, rispetto e lealtà. Gli
adulti sono le figure che hanno la possibilità di spiegare ai bambini a
comprendere ciò che accade attorno a loro, sia dal punto di vista fisico, ma
anche e soprattutto dal punto di vista emotivo.
Rapportarsi con un bambino
è una grande possibilità di scoperta, si può ri imparare che non è funzionale
reprimere le emozioni per superare una situazione dolorosa, ma che le emozioni
esistono, si possono riconoscere e gestire davanti ad una difficoltà.
È importante insegnare
loro che si può soffrire e che si può essere arrabbiati e che non si è
“sbagliati” o più “deboli” se si soffre.
Spiegate loro che i grandi
possono anche sbagliare, che possono stare male e che spesso non hanno le
risposte a tanti perché, ma che si possono scoprire insieme… vi ameranno così
come siete e impareranno ad amare loro stessi negli errori e nel non sapere e
comprenderanno che ad ogni difficoltà c’è sempre una soluzione e che non è
necessario ricorrere alla bugia o alla negazione della propria emotività!
Provate
ad immaginare che cosa potrebbe succedere ad un bambino se si sentisse tradito
proprio dalle persone di cui si fida di più, che rappresentano per lui la
guida, la direzione, sono i suoi super eroi.
Pensate a che cosa
potrebbe accadere ad un bambino se scoprisse da un’altra persona che quello che
gli ha detto mamma o papà non è vero e che è un’altra la verità! Forse si
sentirà confuso e perso, non capirà perché mamma e papà hanno scelto di
non dirgli la verità.
La cosa principale è
quella di dimostrare al bambino che noi adulti per primi siamo in grado di
affrontare le difficoltà e di gestire le emozioni che si presentano, non di
reprimerle.
Ricordiamoci sempre che nella maggior parte dei casi il timore che hanno gli adulti nel
parlare con i bambini deriva dalla loro incapacità ad elaborare quello che sta
accadendo.
Stare accanto ad un
bambino è un modo per ri imparare con loro, per darvi la possibilità di mettere
mano a ciò che accade dentro di voi, prendetevi cura delle vostre difficoltà,
non lasciate che se ne prenda cura un bambino!!!
"Le fiabe non
insegnano ai bambini che i draghi esistono, loro lo sanno già che esistono. Le
fiabe insegnano ai bambini che i draghi si possono sconfiggere" (Gilbert
Keith Chesterton)
"Tutti i grandi sono
stati bambini una volta ma pochi di essi se ne ricordano." (Antoine
de Saint-Exupéry)
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